miércoles, 6 de octubre de 2010
Para que Roma siga siendo ejemplo de otra economía
Roma, "La ciudad de la otra economía", necesita de la ayuda de todo el movimiento de la economìa solidaria y el comercio justo de la región. Ante la posibilidad de que la Comuna de Roma le retire su apoyo, se puede mostrar solidaridad firmando la petición en la web: http://www.cittadellaltraeconomia.org
El comunicado en italiano:
La Città dell’Altra Economia, è un laboratorio, non un semplice incubatore di progetti e di imprese di "green economy". Questo laboratorio sta per essere chiuso. Se sei un'organizzazione, un gruppo o semplicemente un cittadino/a che ha apprezzato gli oltre 500 eventi tra convegni, conferenze stampa, spettacoli, mostre, incontri, dibattiti, presentazioni, seminari, laboratori, corsi che l'hanno resa uno "luogo" pubblico, economicamente sostenibile, importante per Roma e unico in Italia, sottoscrivi questo appello, fallo circolare e mobilitati insieme a noi!
Appello : Non Fermate il Progetto Città dell'Altreconomia
Car* amic*,
ci rivolgiamo a tutti voi perché come persone, gruppi, organizzazioni piccole e grandi cittadine, nazionali e non solo, ci avete incontrato, conosciuto, sostenuto perché ci siamo impegnati nella sperimentazione di attività, progetti, reti e realtà di economia alternativa e solidale nella “CITTA' DELL'ALTRA ECONOMIA” di Roma, all’interno del Foro Boario di Testaccio.
Questo spazio non è stato un semplice “centro commerciale sostenibile”, un aggregato di uffici e luoghi di lavoro e di consumo responsabile. E’ stato, secondo un preciso progetto avviato dalle oltre 60 realtà che hanno animato il Tavolo dell’Altra Economia cittadino e condiviso con il Comune, uno “luogo” pubblico importante per Roma. Sale, piazzale, spazi di mostra e di vendita sono stati frequentati con regolarità da centinaia di migliaia di persone nel corso dello scorso anno, hanno ospitato oltre 500 eventi tra convegni, conferenze stampa, eventi, spettacoli, mostre, incontri, dibattiti, presentazioni, seminari, laboratori, corsi. Centinaia di bambini e ragazzi delle scuole romane ma non solo hanno imparato in queste occasioni come crescere, studiare, vivere in modo più consapevole e sostenibile.
La Città dell’Altra Economia, dunque, è un processo, non un semplice incubatore di progetti e di imprese di “green economy”, come invece pensa il Comune. Alle richieste di chiarimenti rivolte all’amministrazione, infatti, l’amministrazione attuale ha risposto che intende procedere con i nuovi bandi all’insediamento “aperti ad imprese della filiera agricola e biologica e alle nuove tecnologie per l’ambiente e l’energia”. Mentre per la gestione degli spazi comuni ad uso pubblico (sala conferenza , spazi espositivi sale riunioni e piazzale antistante) l’amministrazione non intende più assumersi la responsabilità della cogestione , ma vuole affidare a terzi la loro gestione , privatizzando di fatto questi spazi.
La realtà è che così facendo questo progetto verrebbe chiuso perché i nuovi bandi limiterebbero a sole due aree tra quelle elencate nella Legge regionale sull'Altra Economia la possibilità di fare attività; quindi nella città di Roma verrebbe meno quella vetrina che fino ad oggi ha avuto il compito di mostrare ai visitatori in un sol colpo d'occhio tutto l'articolato sistema di attività sulle quali poggia l'Altraeconomia.
I nuovi bandi ad oggi non sono ancora usciti. Questo ha creato e continua a creare un crescente livello di precarietà per le realtà che animano la CAE, nonché' per i loro lavoratori e lavoratrici. Non è chiaro fino ad oggi, poi, come il comune intenda gestire la transizione dalla vecchia alla nuova gestione, che potrebbe facilmente durare lunghi mesi, durante i quali, evidentemente, la CAE potrebbe rimanere chiusa o priva della maggior parte delle attività economiche che operano al suo interno.
E ‘evidente quindi che il progetto della Città dell’Altra Economia per la sua storia ad oggi non è riducibile a questa semplificazione. Chi ha varcato le sue porte ha avuto la possibilità di partecipare alle oltre 30 linee di attività - tra cui l’agricoltura biologica, il commercio equo e solidale, il riuso e riciclo, le energie alternative, il consumo critico, la finanza etica, il teatro, l’arte, la formazione, la comunicazione e il software libero, il turismo responsabile - che si sono ispirate ai principi e ai criteri di lavoro della Carta approvata nel 2004 dal Tavolo dell’Altra economia e che hanno caratterizzato la vita della Città da quando ha aperto i battenti il 29 settembre del 2007.
Vi chiediamo di sottoscrivere questo appello per chiedere insieme a noi che questo laboratorio vada avanti, e che il Sindaco Alemanno chiarisca pubblicamente le motivazioni che lo portano, nei fatti, a chiuderlo.
Per firmare l’appello vai al sito : http://www.cittadellaltraeconomia.org
Información de prensa en Roma: Cesare Budoni 349 6040937
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